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Cher ottiene una vittoria quasi totale nella lunga disputa legale sulle royalties con Mary Bono.
Un giudice federale statunitense si schiera infatti dalla parte della cantante, chiudendo una battaglia durata quattro anni e riconoscendole quasi tutto ciò che aveva richiesto, compresa la copertura delle ingenti spese legali.
Il giudice distrettuale John A. Kronstadt ha confermato in via definitiva la propria precedente decisione: Mary Bono, alla guida dell'eredità del compianto Sonny Bono, non può utilizzare il Copyright Act federale per tentare di recuperare il 50% delle royalties sulle composizioni musicali che Sonny aveva riconosciuto a Cher nell'accordo di divorzio del 1978. Un patrimonio che comprende brani iconici come 'I Got You Babe' e 'The Beat Goes On'.
Mary Bono aveva cercato di mettere fine anche ai diritti di Cher sul 50% delle royalties derivanti dalle registrazioni musicali, ma il giudice ha stabilito che il contratto stipulato in California al momento del divorzio prevale sulle norme del Copyright Act.
In una decisione che apre nuove prospettive legali, Kronstadt ha inoltre stabilito che Cher mantiene il diritto di ricevere direttamente le royalties sulle composizioni e sulle registrazioni, anche se nel 2022 ha venduto tali diritti alla Iconic Artists Group di Irving Azoff, operazione che oggi varrebbe diversi milioni di euro secondo le stime correnti del mercato.
Mary Bono aveva chiesto che nessuna delle parti potesse recuperare le spese legali, ma il giudice ha stabilito che Cher ha diritto ai costi in quanto parte prevalente in quasi tutte le richieste contestate. L'avvocato di Mary ha dichiarato a Rolling Stone che la vedova di Sonny presenterà ricorso.
Cher, che l'anno prossimo compirà 80 anni, esplode come star negli anni Sessanta insieme a Sonny prima di costruire una lunga e fortunata carriera solista. Sonny Bono è morto in un incidente sugli sci nel 1998, lasciando a Mary la gestione della sua eredità artistica.