Sono state multate le due avvocate che avevano accusato Bob Dylan di abusi sessuali.

Una corte d'appello federale ha confermato le sanzioni pecuniarie nei confronti delle due legali che avevano intentato - e poi abbandonato -, una causa contro il cantautore, accusato di avere abusato sessualmente di una minore negli anni '60.

Depositata nel 2021, la causa conteneva gravi accuse contro Dylan. Tuttavia per gli storici della musica il reato non si sarebbe mai potuto consumare per ragioni cronologiche. Inoltre, la donna, rimasta in anonimato, ha improvvisamente ritirato la causa dopo essere stata accusata di avere distrutto delle prove chiave dagli avvocati dell'artista.

Con una sentenza, la corte d'appello federale ha confermato le sanzioni pecuniarie nei confronti delle avvocate della donna, accusate dai legali di Dylan di avere formulato 'accuse atroci e false'.

La presunta vittima non aveva depositato delle e-mail ritenute cruciali dopo avere intentato la causa: un'argomentazione che la corte d'appello ha definito 'particolarmente significativa' nella nuova sentenza. Le due avvocate dovranno ora pagare rispettivamente 5.000 dollari e 3.000 dollari.

L'accusatrice, identificata nei documenti del tribunale come JC, ha intentato la causa nell'agosto 2021, sostenendo che il cantante di 'Blowin' in the Wind' l'aveva abusata più volte al Chelsea Hotel di Manhattan tra l'aprile e il maggio del 1965.

La donna sosteneva di essere stata drogata da Dylan, che avrebbe poi 'sfruttato' il suo status per 'molestarla sessualmente'.

Dylan ha negato con fermezza le accuse. In suo soccorso sono poi arrivati gli storici del rock: la star del folk infatti era in tournée in California e all'estero durante i mesi in questione. La causa era già stata archiviata nel 2022.

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