Il nuovo album dei Tiromancino è un omaggio alla vita.

Ai cambiamenti inattesi e alle novità che non ti aspetti, ma anche ai fallimenti che non vorresti incassare. Tutto racchiuso in 12 tracce, come 12 sono le case romane che il cantante ha cambiato in cinquantatré anni di vita.

'Nella vita non si deve mai dare nulla di scontato. Il disco nasce dal mio avventurarmi, dal mio essere aperto ai cambiamenti, al rischio', dice Federico Zampaglione, leader della band a Leggo.

'Non amo la stasi creativa. E la canzone che dà titolo all'album è scritta non a caso con Galeffi, uno degli esponenti della scena cantautorale romana. È lui che, entrando la prima volta nella mia ultima casa, ha ispirato il titolo'.

Tra i musicisti serpeggia già la febbre da Sanremo, ma Zampaglione si dice immune.

'Lo seguo sempre. Ho ammirato i Maneskin e la loro bravura. Sono una bomba. Ma il Festival lo vivo come una gara e non riesco a gestirlo - spiega -. Mi piacerebbe, invece, partecipare al premio Tenco. Questo mi manca. È uno dei cantautori che amo di più. Avrei dovuto girare il video "Vedrai Vedrai", che la pandemia ha per ora bloccato'.

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