Ligabue ha dedicato metà della sua vita alla musica.

Una metà importante e molto intensa, che il rocker ha recentemente raccolto nel libro “È andata così. Trent'anni come si deve”. Tuttavia, a causa della pandemia, l'adrenalina del palcoscenico al momento è in pausa.

'Per me l'emozione dei concerti è insostituibile', racconta Ligabue a Panorama.

'Da sempre. Esibirmi davanti a persone che cantano a memoria le mie canzoni, che pagano un biglietto per vedermi e mi mostrano così tanto affetto è una festa incredibile. Mi sembra addirittura strano che non sia io a pagare un biglietto per assistere a tanta bellezza. Dopo l'ennesimo spostamento all'anno prossimo di quello che dovevamo fare quest'anno (l'evento alla RCF Arena di Reggio Emilia, Campovolo, è stato rinviato al 4 giugno 2022, ndr) le lascio immaginare il mio stato d'animo… Un'enorme giramento di maroni'.

Attualmente il Liga è galvanizzato e non vede l'ora di tornare ai suoi live, ma c'è stato un momento in cui voleva appendere la chitarra al chiodo.

'L'acqua era diventata troppo alta per me, palleggiavo male con il successo e la popolarità. Non sopportavo l'idea che ognuno mi volesse un po' a modo suo - ricorda il 61enne -. Poi ho pensato a tutti i benefici, non solo economici, che il successo porta con sé. E ho realizzato che l'affetto che mi travolge nei concerti è qualcosa di cui non posso proprio fare a meno. È impagabile... Alla fine, sono tornato sui miei passi e ho pensato che in fondo quei brutti pensieri erano solo caz*ate'.

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