Demi Lovato continua a lottare contro i suoi demoni, a tre anni dall’overdose che stava per costarle la vita.

La star ha infatti ammesso di essere affetta dalla “sindrome del sopravvissuto”: una sorta di senso di colpa che nasce come risposta a un evento traumatico.

A riacutizzare tale malessere in Demi è stata la notizia del ricovero dell’icona rap DMX, Earl Simmons all’anagrafe, anch’egli vittima di un’overdose.

L’artista lotta tra la vita e la morte in un ospedale di New York, dopo un infarto. La sua manager, Nakia Walker, ha rivelato che il rapper si trova 'in stato vegetativo con gravi danni polmonari e cerebrali'.

La tragica vicenda di DMX, che ha alle spalle una lunga storia di dipendenze, ha ricordato a Demi quanto sia stata fortunata, dopo la quasi fatale overdose di eroina.

'Ogni volta che sento che qualcuno sta male o muore a causa di un’overdose, immediatamente penso: “Saresti potuta essere tu”', ha dichiarato a TMZ Live.

'Ci sono volte in cui provo la sindrome del sopravvissuto. Chiedo a me stessa: “Perché sono ancora qui?”. È doloroso. Prendo coscienza che ogni giorno è un giorno che non viene concesso a qualcun altro'.

Ora Demi - che ha raccontato la notte più buia della sua vita nella docu-serie 'Dancing with the Devil' -, è determinata a non commettere gli stessi errori del pasato.

'Voglio vivere la mia vita al meglio, sapendo che altri non avranno la mia stessa chance', ha concluso.

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