I grandi del rock mettono alle strette i politici sull’utilizzo della loro musica durante comizi o campagne elettorali.

Le elezioni di novembre si avvicinano e i prossimi mesi si preannunciano bollenti per Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden.

Per tale ragione, band come i Rollin Stones, gli Aerosmith, i R.E.M e i Pearl Jam hanno invitato i candidati a chiedere il permesso per evitare denunce e una strumentalizzazione della loro musica.

Nella lettera aperta si legge: 'In quanto artisti, attivisti e cittadini, vi chiediamo di fare in modo che i vostri candidati ottengano il consenso degli artisti e degli autori prima di utilizzare le canzoni in campagne elettorali e contesti politici'.

'È questo l'unico modo per tutelare i vostri candidati da rischi di denuncia e controversie non necessarie e dal pantano morale che deriva dal rivendicare o implicare falsamente il supporto di un artista o distorcerne pubblicamente l’espressione, quando la posta in gioco è così alta'.

Tra i firmatari della lettera anche Sia, Regina Spektor, Lorde, Blondie, Elvis Costello, Sheryl Crow, Rosanne Cash, Lionel Richie e i Green Day.

Nei mesi scorsi, i R.E.M., Pharrell Williams, Rihanna, Guns N' Roses, Neil Young e gli eredi di Tom Petty hanno espressamente vietato a Trump di riprodurre la loro musica durante i suoi comizi.

I Rolling Stones sono persino arrivati a intraprendere azioni legali contro il politico e il suo team, dopo la riproduzione della hit 'You Can’t Always Get What You Want' durante un comizio a Tulsa, in Oklahoma.

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