Roger Waters chiede a gran voce che l’Eurovision Song Contest non si svolga in Israele.

La leggenda dei Pink Floyd è tra i 50 artisti firmatari di una lettera affidata al The Guardian, in cui si invoca lo spostamento della competizione musicale in segno di protesta per via dei trattamenti riservati ai palestinesi dal governo israeliano nei territori occupati.

I musicisti puntano a far leva sul potere esercitato dalla BBC, che, oltre a trasmettere l’evento a maggio, è membro della European Broadcasting Union, organizzatrice del famoso contest.

'L’Eurovision dovrebbe mettere in risalto l’intrattenimento, ma non è esente dal considerare i diritti umani e noi non possiamo ignorare la sistematica violazione dei diritti umani dei palestinesi - si legge nella lettera -. La BBC è legata a principi quale la libertà di espressione. Dovrebbe agire seguendo questi principi e spingere affinché l’Eurovision venga trasferito in un paese dove non vengono commessi crimini contro l’umanità'.

Tra gli altri artisti che hanno firmato la lettera anche Peter Gabriel, i registi Mike Leigh e Ken Loach, la stilista Vivienne Westwood, i rocker Woolf Alice e l’attrice Maxine Peake.

Ad aver regalato l’organizzazione dell’Eurovision a Israele è stata lo scorso anno la cantante Netta, che ha vinto nel 2018 con il brano Toy nell’evento organizzato dal Portogallo. Come da tradizione, la competizione si tiene nel paese dell’artista che detiene il titolo.

Nei mesi scorsi anche Lana Del Rey e Lorde si sono rifiutate di esibirsi in Israele, a sostegno del movimento Boycott Divestment and Sanctions (BDS).

Non sono mancate le critiche: Nick Cave e il frontman dei Radiohead Thome York hanno attaccato l’ex Pink Floyd per aver chiesto l’annullamento dei loro concerti nello stato ebraico.

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