Riki, all’anagrafe Riccardo Marcuzzo, detestava Facebook e le altre piattaforme social fino ad appena un anno fa, quando è stato 'costretto' a creare vari profili dai suoi manager.

'All'università ero l'unico a non avere Facebook. Sono uno che si perde facilmente e temevo di finirci dentro delle ore ed estraniarmi dalla realtà. Quando proponevo i miei provini ai discografici mi dicevano che non gli interessavano perché per fare musica ci vogliono i follower. Così ho aperto Instagram e poi gli altri social', spiega nell’intervista con il Corriere della Sera.

Dopo la sua laurea triennale la star di 'Perdo le parole' ha iniziato una carriera nel settore del design, poi abbandonata con l’arrivo del grandissimo successo musicale.

'Non ho mai studiato uno strumento, ma a 7 anni scrivevo già le prime canzoni. Ho scoperto Battisti grazie a una raccolta e un lettore cd portatile che mamma mi regalò per la prima comunione. Più avanti ho scoperto i cantautori contemporanei come Jovanotti. E poi Cremonini e Ferro: si capiva sin dall’inizio che sarebbero diventati dei grandi', ha aggiunto.

'I soldi guadagnati col lavoro li reinvestivo nella musica. Ho iniziato a frequentare gli studi del Massive Arts di Milano. Lì ho conosciuto Riccardo Scirè che da allora è il mio produttore'.

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