Gli Strokes fanno il loro ingresso trionfale, accolti da un pubblico gia' in delirio. Un palco con effetti video, luci, animazioni essenziali ma d’impatto.

Julian e’ sempre Julian, non ce n’e’. Carismatico, poderoso, educatissimo, gentile e con un paio di scarpe verdi fluorescenti da fare invidia agli amanti delle sneakers. Sul palco e’ il re, carica i fan , li fa cantare, tiene banco: ”Ciao, come state? Cosa posso dire, Berlusconi, pasta, pizza”, dice il cantante ad inizio concerto. I brani più noti ci sono tutti: da “Last night”, a “Reptilia” , “Whatever Happened”, fino a “You only live once”. Ci sono anche un paio di pezzi tratti dall'ultimo album "Angles". I ragazzi che sono venuti a vedere i loro idoli sono davvero in estasi, c'e’ anche del pogo vigoroso, che non tiene conto del caldo atroce, della polvere che si mastica e del sudore che scorre a fiumi talmente e’ alta l'adrenalina.

A meta’ concerto pero’, arrivano i tre black out all'audio. La scaletta subisce un taglio drastico, la band non si perde d’animo e intrattiene il suo pubblico scendendo a toccare mani e a fare foto. Quando riparte "Someday" e’ fantastica e ritornano ancora in mente i tempi di "Is this it", l'esordio che ha portato la band sul tetto del mondo. E ci ricorda una cosa: i brani vecchi hanno tutta un'altra stoffa rispetto a quelli nuovi.
Di blackout ne arrivano un altro paio, cosi’ gli Strokes decidono di chiudere alla loro maniera e suonano "Take it or leave it": quasi un messaggio. Niente bis.

L’organizzazione del festival ha spiegato di non essere in grado di accertare se il problema sia del generatore della kermesse oppure dei tecnici dei The Strokes (incompatibili i 110 volt americani con i 220 volt italiani???) ma, purtroppo, nell’unica esibizione italiana della formazione queste interruzioni non dipendenti da loro, provocano nervosismo sia alla band che rimane ferma sul palco, senza nessun suono, sia ai fan che dopo aver speso 55 euro di biglietto, non possono essere ripagati in questo modo, con una organizzazione scandalosa, stile sagra di paese, che non riesce a risolvere un problema simile.

Dopo un’attesa lunga 5 anni tutto “suona” come una presa in giro!

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