Secondo Jared Leto, l'industria discografica ha bisogno di maggiore trasparenza per essere meritocratica e realmente produttiva.

Il frontman 42enne della band 30 Seconds to Mars è rimasto coinvolto in una causa legale da 22 milioni di euro intentata ai danni del gruppo dalla major discografica EMI diversi anni fa. Leto ha voluto documentare il processo con il documentario Artifact pubblicato nel 2012, che andrà in onda su rete pubblica – sulle reti televisive americane VH1 e Palladia - il prossimo 26 Aprile.

Il cantante è convinto che il programma potrebbe influenzare profondamente le dinamiche dello showbiz.

'Spero che gli artisti e il pubblico guardando questo documentario si rendano davvero conto di come funziona l'industria musicale perché la conoscenza è il primo step verso il cambiamento', ha dichiarato Leto come riportato da Variety.

'Inevitabilmente ci stiamo dirigendo verso quello che spero sarà un sistema di maggior trasparenza'.

Dopo che sei anni fa i 30 Seconds to Mars firmarono un contratto discografico con la major, la EMI li accusò di non aver creato il numero di brani necessari richiesti da contratto. Leto e il resto del gruppo risposero che l'accordo, firmato nel 1999, era nullo secondo una legge californiana che prevede l'annullamento di un contratto dopo sette anni dalla sua creazione.

Sebbene la band e la major siano infine arrivati ad un accordo nel 2009, il cantante è convinto che questa vicenda sia esemplificativo delle dinamiche nell'industria discografica.

'Penso che sia uno sguardo sull'industria discografica, la morte di un'era e l'inizio di un'altra. Esamina l'arte, la tecnologia e il commercio', ha dichiarato il musicista a Crave Online in passato.

'Vedrete un gruppo di artisti che nel bel mezzo del processo creativo si trovano a dover combattere contro una società enorme. È un po' come la storia tra David e Golia'.

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