Niente da fare per Bobby Brown: la battaglia dell’ex marito di Whitney Houston non è andata a buon fine, come rivela The Blast.

L’artista aveva accusato la BBC, Showtime e i creatori del documentario del 2017 “Whitney: Can I Be Me” di aver utilizzato impropriamente delle riprese delle sua serie tv “Being Bobby Brown” risalenti al 2005.

L’attore e cantante aveva chiesto un risarcimento danni equivalente a oltre un milione e mezzo di euro.

Richiesta respinta dal giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, Colleen McMahon, che ha assicurato che il documentario è protetto dal Primo emendamento della Costituzione Americana, che favorisce la libertà di parola e di stampa.

'Gli autori del documentario hanno creato un prodotto che si limita a descrivere semplicemente la vera storia di Whitney Houston. Più volte i tribunali della California hanno chiarito che i film e i programmi televisivi basati su eventi reali sono opere espressive protette costituzionalmente', ha sottolineato il giudice.

Nel 2018 è uscito un altro documentario sulla cantante, questa volta autorizzato, intitolato semplicemente "Whitney".

La popstar è morta nel 2012 all’età di 48 anni per via di un annegamento accidentale nella vasca da bagno, avvenuto in seguito ad un’eccessiva assunzione di droghe.

Nel 2016, in circostanze simili, è venuta a mancare anche Bobbi Kristina, la figlia 22enne della Houston.

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