21 Savage è tornato sul palco a un mese dall’arresto per immigrazione illegale negli Stati Uniti.

Il rapper era finito in manette il 3 febbraio ad Atlanta, come parte di 'un’operazione mirata, portata avanti da agenti federali e locali'.

Secondo le prime indagini, l’artista britannico era arrivato negli USA nel 2005 con un visto di un anno e dunque scaduto da ben 13 anni.

Rilasciato dopo nove giorni dietro le sbarre, 21 Savage, il cui vero nome è She'yaa Bin Abraham-Joseph, si è esibito al Clayton's Beach Bar a South Padre Island (Texas), in alcune tra le sue principali hit come No Advance, No Heart e A Lot.

In una recente intervista concessa allo show televisivo Good Morning America, il rapper ha ricostruito l’accaduto, puntando il dito contro le autorità.

'Stavo guidando. All’improvviso ho visto pistole e luci blu. Mi sono ritrovato nel sedile posteriore di un’auto. Non mi hanno detto nulla. Ho solo sentito dire: “Abbiamo Savage con noi”. Ero un chiaro bersaglio', ha dichiarato.

Dello stesso avviso anche il suo legale, Alex Shapiro: 'Crediamo che lo stessero puntando perché è una celebrità e, arrestando lui, avrebbero mandato un chiaro messaggio, rivolto anche alla sua musica'.

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